I due grandi momenti

Santa Bernadette

Ci sono due momenti nella vita che sono tutto, e cioè il momento presente, in cui siamo liberi di scegliere quello che vogliamo essere, e il momento della morte, nel quale non abbiamo più scelta alcuna e dove la decisione spetta a Dio.

Ora, se il momento presente è buono, la morte sarà buona; se siamo adesso con Dio — nel presente che si rinnova senza posa ma resta sempre questo solo momento attuale — Dio sarà con noi nel momento della nostra morte.

Il ricordo de Dio è una morte nella vita, sarà una vita nella morte.

In maniera analoga: se entriamo in Dio, Dio entrerà in noi.

Se dimoriamo in quel centro che è il suo Nome, Dio abiterà il centro costituito dal nostro cuore. Nell’intera estensione del mondo non c’è nient’altro che questa reciprocità; poiché il centro è in ogni dove, come il presente è sempre.

Tra il momento presente, nel quale ci ricordiamo di Dio, e la morte, in cui Dio si ricorderà di noi — e tale reciprocità è già in ogni Invocazione — c’è il resto della vita, la durata che s’estende dal momento presente fino a quello estremo; ma la durata è soltanto una successione di momenti presenti, giacché viviamo sempre “ora”; è pertanto, in una prospettiva concreta e operativa, sempre il medesimo istante in cui siamo liberi di ricordarci di Dio e di trovare la nostra felicitá in quel Ricordo.

Non siamo liberi di sfuggire alla morte, lo siamo però di scegliere Dio, in questo momento presente che riassume qualsiasi momento possibile. É vero che solo Dio è libero in assoluto; ma la nostra libertà è tuttavia reale sul suo piano — altrimenti la parola non esisterebbe — visto che manifesta quella di Dio e perciò vi partecipa. In Dio siamo liberi quanto possiamo esserlo, e nella misura che Dio ci reintegra nella sua Libertà infinita.

(Frithjof Schuon, La Trasfigurazione dell’Uomo, Edizioni Mediterranee, Roma, 2016, pp. 135-136.) #frithjofschuon #sophiaperennis